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Nuovi modelli socio-economici per il 21mo secolo: istruzione al primo posto

Nuovi modelli socio-economici per il 21mo secolo: istruzione al primo posto

Garantire istruzione e lavoro a tutti, a ogni livello. Sono obiettivi prioritari, che consentiranno di trovare soluzioni a crisi economica, povertà, disoccupazione, minacce ambientali, sovraffollamento.

Molte sono le sfide che i governi sono chiamati ad affrontare. La comunità scientifica può e deve avere un ruolo in questo processo, deve aiutare i decisori politici nelle scelte che richiedono dati e competenze specifiche. Questo, in sintesi, il messaggio che Ivo Šlaus, fisico nucleare croato e presidente della World Academy of Art and Science (WAAS), USA, porterà a Trieste, nel corso del seminario “Scienza, accademia, governo, diplomazia”, lunedì 17 giugno, presso l’Hotel Adriatico a Grignano. Il seminario è organizzato dalla TWAS, l’accademia mondiale delle scienze, e fa parte del ciclo di incontri Scienza e Diplomazia, avviato dalla TWAS in partnership con la Aaas, Associazione americana per il progresso delle scienze.

Nuove sfide richiedono nuovi modelli di gestione, basati sulla collaborazione trasversale fra esperti in diverse discipline e sulla partecipazione degli scienziati alle scelte politiche. “Il modello economico su cui si basano le nostre società – spiega Šlaus – è datato, va sostituito. Il libero mercato, per esempio, crea nella società profonde diseguaglianze e fratture. La nostra idea di efficienza economica – che dà valore a obiettivi quali gli armamenti, o che si limita a ricostruire un territorio invece di prevenire le catastrofi – non considera l’importanza dell’istruzione, primo pilastro a sostegno di ogni economia”.

La disoccupazione stessa, prosegue Šlaus, è sinonimo di un meccanismo che si è inceppato. Una società con tassi di disoccupazione del 20-40% non può essere considerata efficiente, perché spreca una delle migliori risorse a sua disposizione. Le risorse finanziarie mondiali ammontano a circa 200 miliardi di miliardi: “Se fossero adeguatamente investiti, basterebbero a generare opportunità di impiego per tutti”, sottolinea Šlaus.

Quali sono le possibili soluzioni? “Bisogna – dice Šlaus – rovesciare i paradigmi attuali. Eliminare guerra e spese militari, ripensare i mercati finanziari, che sono una creazione dell’uomo. Investire nel capitale umano cominciando dai più piccoli, per creare un’economia di servizi basata sulla conoscenza. Siamo collegati gli uni agli altri, e ciò che nuoce a uno nuoce al mondo intero. Forse non subito, ma prima o poi accadrà”.

Nel corso della sua visita a Trieste, Ivo Šlaus e Romain Murenzi, direttore esecutivo della TWAS, si incontreranno anche per definire un accordo di cooperazione fra le due accademie, unite da obiettivi comuni e dalla convinzione che creando un “laboratorio di idee” fra esperti nei rispettivi settori di competenza, si potranno definire strategie migliori per guidare i paesi in via di sviluppo (solo quelli, o anche quelli avanzati?) verso condizioni di vita migliori. 

Ivo Šlaus
Fisico nucleare croato, Ivo Šlaus è stato docente di fisica al Rudjer Bošković Institute di Zagabria fino al 2005. In passato, ha insegnato in diverse università americane (University of California di Los Angeles, Georgetown University di Washington, Duke University, Carolina del Nord). Negli anni 2000-2003 è stato membro del Parlamento di Croazia, e attualmente si occupa di sicurezza e temi legati alla Società della conoscenza. 

WAAS
La World Academy of Art and Science è un’organizzazione scientifica mondiale non governativa, che conta più di 600 iscritti da 82 nazioni. Nata nel 1960, ma concepita già nel dopo guerra, annovera tra i suoi primi promotori anche nomi prestigiosi quali quelli di Albert Einstein, del fisico statunitense Robert Oppenheimer e del filosofo e matematico Bertand Russell.