"Il punto di forza dell'Africa? La sua gente. Il 40 per cento degli abitanti di questo continente, 950 milioni di individui, ha meno di 14 anni di età. Sono 400 milioni di persone a cui verranno affidate le sorti di un paese che cerca di uscire dall'estrema povertà e contrazione, indotte da una combinazione di clima, geografia e politiche internazionali". È il commento di Mohamed Hassan - Presidente dell'Accademia Africana per le Scienze (AAS) e Direttore esecutivo della TWAS, che prosegue: "Qualche progresso è stato compiuto, ma solo puntando sulla ricerca scientifica e lo sviluppo di nuove tecnologie l'Africa potrà rinascere. La TWAS è parte integrante di questo processo per la sua incessante attività di promozione della cooperazione internazionale lungo le direttrici Sud-Sud e Sud-Nord".
Fondata nel 1983 dal premio Nobel Abdus Salam con altri 40 eminenti scienziati del Sud del mondo, la TWAS si è sviluppata con l'obiettivo di diventare la voce che promuove la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico. Cinque sedi in quattro continenti (Alessandria, Pechino, Bangalore, Nairobi e Rio de Janeiro) e una rete di 950 membri provenienti da 90 paesi diversi, 73 dei quali in via di sviluppo, permettono alla Twas di individuare l'eccellenza scientifica in embrione intervenendo nei processi di qualificazione e innovazione tecnologica. "Sosteniamo la ricerca di punta - sottolinea Hassan - e promuoviamo progetti che mirano a risolvere problemi di vita quotidiana o a imprimere una svolta positiva a comunità locali e intere popolazioni". In sintesi, progetti incardinati nel concetto di capacity building, per potenziare nei ricercatori dei paesi emergenti la capacità di valutare un problema, indirizzando risorse e scelte politiche alla sua risoluzione.
Un esempio viene dalla Tunisia, affetta da cronica scarsità d'acqua. Thameur Chaibi, membro TWAS, dopo essersi specializzato in gestione ambientale in Olanda e successivamente in ingegneria agricola e tecnologie di gestione climatica in Svezia, è tornato al suo paese e sta realizzando un impianto per la desalinizzazione dell'acqua. Questa apparecchiatura, per ora un prototipo, è simile a una pccola serra che sfrutta l'energia solare per trattare il flusso d'acqua corrente, purificandolo ed eliminando sali e sostanze nocive. in futuro potrà fornire ai coltivatori locali una soluzione economica per ottenere acqua da usare per l'irrigazione.
"È significativo, e anche emblematico dell'attività della TWAS - sottolinea Hassan - che Chaibi si sia specializzato in Europa, e sia tornato al suo paese per applicarvi le conoscenze acquisite all'estero". In Egitto, invece, e' stato avviato un progetto di ricerche nel settore delle nanotecnologie che si avvale del supporto del colosso informatico IBM.
Un altro esempio viene da progetti che ruotano attorno alle problematiche climatiche. L'Africa possiede 14 zone ecologiche diverse, che vanno dai deserti alle foreste tropicali. Per ogni tipologia climatica servono interventi specifici: il progetto Desertec promosso da un consorzio internazionale, prevede investimenti di oltre 500 milioni di Euro nella regione sahariana per lo sfruttamento dell'energia termica solare. Le tecnologie di comunicazione wireless, e l'accesso istantaneo all'informazione sono altrettanti strumenti indispensabili per lo sviluppo. E' in fase di perfezionamento un sistema di early warning per individuare incendi improvvisi che possono rovinare per sempre piccole economie locali. Si tratta di un sistema di osservazione satellitare che viene abbinato alla diffusione dei dati via telefono cellulare.
Le sfide che i paesi in via di sviluppo devono affrontare riguardano problemi climatici, di sostenibilità globale ma anche il profondo gap di conoscenze e produttività scientifica che accentua il divario tra Nord e Sud del mondo. Dice Hassan: "L'Africa potrà uscire dalla stagnazione che l'affligge solo formando una nuova generazione di scienziati, capaci di guardare con competenza ai problemi del loro paese". La TWAS, in tal senso, si adopera per creare una rete di collaborazioni, arginare la fuga di cervelli e migliorare le condizioni generali della ricerca assegnando riconoscimenti finanziari all'eccellenza scientifica, e sostienndo progetti orientati al trasferimento tecnologico.
Clima e sviluppo sostenibile sono altrettanto importanti. La TWAS ha promosso alcuni progetti legati alla protezione della biodiversità, come la realizzazione di una rete di cooperazione internazionale fra paesi del Sud del mondo impegnati nello studio delle piante medicinali locali, dai cui principi attivi anche i paesi occiedentali possono trarre beneficio.
Una sessione scientifica sulla Biodiversità verrà presentata all'ESOF di Torino, il giorno 5 luglio (ore 9.00, Aula 6). Relatori saranno: Ferdinando Boero, docente di zoologia Università del Salento, Decio Ripandelli, Relazioni esterne Centro di Ingegneria Genetica ICGEB di Trieste, Marco Cattaneo, Direttore di Le Scienze e Mente e Cervello.