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La TWAS premiata a OrvietoScienza

La TWAS premiata a OrvietoScienza

OrvietoScienza, appuntamento scientifico annuale giunto quest'anno alla seconda edizione, ha affrontato temi all'interfaccia tra etica, scienza e legge. Il dibattito ha preso in esame le nuove frontiere della ricerca dove gli scienziati - e la TWAS - possono fare le differenza.

La TWAS e il suo documentario ambientato in Africa, Seminando scienza, sono stati premiati al convegno OrvietoScienza, che ha riunito nel cuore dell'Italia scienziati, giornalisti e studenti liceali per discutere degli sviluppi e delle frontiere scientifiche più innovative e spesso controverse.

Il convegno ha affrontato il rapporto fra scienza e legge, offrendo ai circa 150 studenti provenienti da licei di Roma e Orvieto la possibilità di confrontarsi con esperti della materia, di presentare brevi cortometraggi articolati su temi scientifici e di enunciare pubblicamente una "Carta dei diritti di tutti i senzienti".

Seminando scienza, documentario che illustra alcune delle ricerche che la TWAS ha finanziato in Kenya, è stato invitato al convegno come pellicola fuori concorso.

Nel film, Nicole Leghissa, regista triestina che di recente si è specializzata in produzioni scientifiche, ha saputo catturare lo spirito che anima i quattro scienziati protagonisti del racconto, e ha descritto in che modo il supporto della TWAS ha permesso loro di svolgere ricerche mirate a incrementare la quantità di raccolto, o a produrre acqua potabile per le comunità rurali. Seminando scienza è stato co-prodotto dalla TWAS e dalla RAI sede regionale del Friuli Venezia Giulia nel 2013, ed è stato proiettato durante alcuni eventi pubblici a Trieste, lo scorso autunno.

Già apprezzato anche alla seconda edizione di TriesteNEXT, in settembre 2013, Seminando scienza ha offerto a OrvietoScienza nuovi stimoli di riflessione. La passione per la scienza è contagiosa, questo è uno dei messaggi forti del film, e può coinvolgere paesi vicini creando sinergie. Il video ha anche stimolato la discussione sull'importanza di creare reti internazionali di ricercatori e di disporre di finanziamenti mirati ai paesi in via di sviluppo, dove somme anche non ingenti possono fare la differenza e aiutare gli scienziati a cambiare in meglio la vita delle comunità in cui essi vivono.

Il film ha emozionato gli spettatori e ha indotto Adele Riccetti e Peppe De Ninno, docenti al Liceo Majorana di Orvieto e organizzatori dell'evento, a definire la TWAS un esempio di quel che si può ottenere con determinazione e adeguata pianificazione.

Alla fine della proiezione, la TWAS e la regista hanno ricevuto un riconoscimento simbolico che ha inteso premiare la forza e la chiarezza del messaggio, e insieme la continuità del lavoro dell'Accademia che, grazie alla sua attività trentennale, si è giustamente meritata la reputazione mondiale acquisita.

La TWAS ha portato a Orvieto anche la sua mostra fotografica OvunqueScienza, dieci scatti che ritraggono altrettanti scienziati in diverse parti del mondo, mentre svolgono le loro ricerche.

Nelle due giornate di convegno (28 febbraio-1 marzo) si è svolta anche la premiazione del concorso Loghiamo OrvietoScienza, che ha visto gli studenti del Liceo Artistico di Orvieto impegnati nell'ideazione del logo ufficiale delle future edizioni di OrvietoScienza. Vincitore è stato proclamato Ruben Piergiovanni, studente della V superiore, il cui logo raffigurato qui accanto sarà l'emblema delle manifestazioni a venire.

La seconda giornata di convegno, sempre moderata dalla giornalista scientifica Valentina Murelli, ha portato all'attenzione del pubblico alcuni risultati scientifici dai forti risvolti etici, che stimolano domande che ancora non hanno trovato una risposta. Possiamo, per esempio, parlare ancora di essere umano nel caso in cui un individuo si faccia impiantare arti artificiali o microchip che ne controllano le reazioni muscolari e nervose? Un robot che sia in grado di adattare le proprie risposte modulandole sull'ambiente circostante è ancora una macchina, o è qualcosa di più? E che dire delle cellule che i ricercatori crescono in laboratorio: una volta espiantate da una persona, a chi appartengono? E il loro DNA, quando la sequenza viene resa pubblica su Internet, di chi è?

"Il rapporto che oggi unisce scienza e legge è complesso" ha spiegato Murelli in apertura di convegno "e sarebbe auspicabile che gli scienziati assumessero un ruolo più attivo, facendosi consiglieri scientifici della classe politica". Da qui si è sviluppato un appassionato dibattito che ha coinvolto studenti, giornalisti ed esperti di etica.

È stata anche data lettura al “Manifesto di Orvieto per la promozione della scienza nella scuola. Si tratta di un documento rivolto ai decisori politici, per incoraggiarli ad accogliere il contributo conoscitivo che viene da scienza e scienziati e ad affrontare i problemi in modo dinamico e propositivo.

"È un primo importante passo - ha detto Peppe De Ninno - per realizzare quel movimento di 'cittadinanza attiva' che speriamo possa muovere la coscienze, e contribuire a creare più competenza e consapevolezza fra i cittadini".

Pietro Greco, giornalista scientifico e condirettore del magazine elettronico Scienzainrete, ha osservato come la scienza moderna occupi una posizione particolare, all'interfaccia fra le nuove dinamiche che muovono la società e gli sviluppi della ricerca.

"Oggi più che mai la scienza permea la società con le sue le scoperte e con nuove problematiche che esigono una riflessione. Spesso i giornalisti sono chiamati a pronunciarsi anche su questioni etiche, come nei casi di fecondazione in vitro, caso Stamina, OGM, ed è loro dovere riuscire a presentare al pubblico i fatti in modo obiettivo. Ci sono dunque valide ragioni che dovrebbero indurre giornalisti e scienziati a cooperare, anche con i politici, mettendo al servizio della società le loro competenze".

Tra le ultime frontiere della scienza vi sono l'uomo artificiale e la possibilità di estendere la durata della vita oltre a limiti mai sperimentati prima. Pino O. Longo, scrittore e professore emerito di teoria dell'informazione ha posto alcune domande provocatorie al pubblico: "Come dobbiamo considerare un ibrido uomo-macchina in cui, accanto a tessuti umani, convivono parti meccaniche e microchip? Dobbiamo continuare a considerare questo essere un essere umano? E quali sono le nuove regole etiche che dovremmo osservare?".

Senza poter, ovviamente, dare risposte a queste domande, gli studenti del Liceo Majorana di Orvieto hanno tuttavia partecipato alle discussioni e quindi hanno dato lettura pubblica alla loro "Carta dei diritti universali per tutti gli esseri senzienti", che tuteli tutti gli organismi viventi, inclusi gli animali usati nei laboratori, da sofferenze non necessarie.

Incertezza, dilemmi di natura etica, domande che ancora non hanno trovato risposta hanno tenuto banco durante le due giornate di OrvietoScienza. Non sorprende, dato che la scienza moderna, oggi più che in passato, è in costante movimento, protesa all'esplorazione di nuovi territori.

Iniziative come OrvietoScienza hanno però un indubbio merito: alimentano la speranza che la scienza possa forgiare una nuova classe di cittadini e stimolare la consapevolezza sui percorsi del sapere umano da parte di una società, spesso smarrita, ma in costante evoluzione.