Due nuovi geni coinvolti nello sviluppo della cataratta (con nove mutazioni) e un gene, con quattro nuove mutazioni, di cui è certo il ruolo nell’insorgenza del glaucoma. Ma anche una nuova mutazione nel gene associato alla nictalopia, la cecità notturna. È questo il ricco bottino di un’indagine molecolare completata in Pakistan nel corso di tre anni dal gruppo di Sheikh Riazuddin, Direttore generale emerito del Centro di eccellenza in biologia molecolare dell’Università di Lahore, che ha analizzato una serie di famiglie in cui vi è un elevato livello di matrimoni tra consanguineie, dunque, un’incidenza maggiore del normale di patologie della vista. La ricerca è stata presentata ieri, al 23mo Congresso generale della TWAS, a Tianjin (Cina), nell’ambito di una sessionefocalizzata su patologie dell’occhio e relative terapie.
“Era davvero necessario effettuare una ricerca di questo tipo – ha spiegato Riazuddin – perché in Pakistan la prevalenza dei disturbi della vista è maggiore che altrove. Ciò si deve soprattutto all’elevato grado di consanguineità della popolazione pakistana”. Per moltissimo tempo, infatti, il Pakistan è stato teatro di invasioni da parte di uzbeki, kazaki, mongoli e altri popoli che, dopo averlo conquistato, sono rimasti geograficamente isolati. A ciò si aggiunge il sistema di caste, che ha favorito il matrimonio tra consanguinei anche in tempi recenti. “Ci siamo focalizzati su alcune delle principali patologie diffuse in Pakistan: cataratta, glaucoma e poi anche cecità notturna. Nello studio abbiamo reclutato alcune famiglie con elevato grado di consanguineità, originarie del Punjab, del Belucistan, e da aree tribali dei confini del Pakistan”. Gli effetti sulla capacità visiva di queste patologie non sono trascurabili. Semplificando molto: la cataratta determina l’opacità del cristallino, la lente trasparente che ricopre la superficie dell’occhio; mentre il glaucoma (responsabile del 15% di casi di cecità in tutto il mondo, con 60 milioni di malati nel 2010) rientra fra le malattie neurodegenerative e provoca danni al nervo ottico. Tutte, riducono sensibilmente la capacità visiva in generale. Lo studio sul glaucoma ha permesso di identificare tre nuove mutazioni presenti in tre famiglie con malattia, e assenti nei soggetti di controllo. Il gene coinvolto si chiama CYP1B1 e codifica per una proteina chiamata citocromo, tra le cui funzioni vi è anche quella di regolare l’aggiunta di atomi di ossigeno in specifiche reazioni. Questo gene è altamente espresso nell’occhio, ma la sua funzione precisa è ancora oggetto di studio.
Il DNA dei membri di 12 famiglie a elevato grado di consanguineità, con cataratta congenita (che nel mondo causa un terzo dei casi di cecità infantile), è stato invece analizzato con un approccio genome-wide, cioè con l’esplorazione a tappeto di ampie zone del genoma. Le indagini hanno individuato nove mutazioni nuove nel gene FYCO1, da cui dipende il corretto sviluppo del cristallino e la sua trasparenza nell’essere umano. Interessanti anche i risultati dello studio sulla nictalopia congenita, la cecità notturna, un disturbo della retina associato spesso a miopia e strabismo. “Esaminando in particolare una famiglia pakistana – ha detto il ricercatore – siamo riusciti a identificare una mutazione nel gene GNAT1, associato con questo disturbo”. “Aver identificato questi geni e le loro mutazioni è un primo passo necessario- ha detto Riazuddin – senza il quale non sarebbe possibile procedere, in un futuro prossimo, allo studio dettagliato della via biochimica che da essi dipende. Tenendo come obiettivo finale, certo non immediato, la terapia di queste malattie”.